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La rassegna nasce a inizio anni ’90 durante alla reggenza della Sezione (all’epoca ancora Sottosezione) di Piero Bordo. In parallelo nascono anche:
La volontà di organizzare una rassegna culturale nacque constatando che, nell’ambito della Sottosezione, erano presenti diverse “monoculture”… non comunicanti. Le attività realizzate, tutte riconducibili a quelle previste dal regolamento generale del club, erano organizzate in completa autonomia. Risaltavano prevalenti le preoccupazioni di soddisfare le esigenze tecniche dei soci e non emergevano, come io ritenevo che avrebbero dovuto, gli interessi culturali e la promozione della socializzazione.
Tuttavia, è importante consentire parità d’espressione ai soci, sia a chi può trovare gratificazione esercitando le proprie capacità fisiche ed atletiche, sia a chi è più incline ad integrarsi nell’ambiente montano con lo spirito ed è disposto a portare al servizio del club le proprie capacità intellettuali.
Nella Sottosezione, in modo occasionale, erano organizzate dai vari settori proiezioni di diapositive, senza però una programmazione vera e propria.
A causa dell’occasionalità delle manifestazioni, l’informazione verso i soci era poca e non era prevista quella verso la cittadinanza, cosa invece raccomandata dall’ordinamento del CAI.
In quegli anni, grazie agli impulsi culturali portati dalla rinnovata dirigenza nazionale del club, stava maturando una nuova dimensione dell’escursionismo.
Con soddisfazione, anche noi prendevamo coscienza del fatto che l’escursionista, per fortuna, non aspirava più ad essere esclusivamente collezionista di vette o detentore di record di salita.
Allora come oggi, il frequentatore della montagna gradisce unire all’azione la contemplazione, desidera anche conoscere per meglio capire ed interpretare ciò che lo affascina: dalle bellezze vegetali alla fauna, ormai non più solo preda, dai diversificati aspetti geomorfologici dell’ambiente naturale, ai segni lasciati dall’uomo nel tempo che vanno dalle incisioni rupestri al megalitismo, dagli imponenti monumenti storici ai semplici ruderi delle civiltà montane, pure questi degni testimoni delle nostre radici.
Alla luce di queste considerazioni e riflessioni, il C.D. approfondita nel corso del 1991 l’analisi organizzativa, deliberava di programmare per l’anno successivo un ciclo di incontri culturali da tenersi in un giorno diverso dal giovedì.
«L’Uomo e la montagna è il titolo assegnato alla rassegna culturale in cui troveranno spazio conferenze, proiezioni e mostre, relative a studi, scalate, esplorazioni, scoperte, avventure negli ambienti montani di tutto il mondo. Lo svolgimento è stato ipotizzato per l’ultimo martedì di tutti i mesi, ma per il primo anno, sperimentalmente, l’attività è stata organizzata solo da gennaio a maggio» (dalla Relazione del Reggente all’Assemblea del 19/3/92).
«Martedì 28 gennaio ha avuto inizio la Rassegna culturale con la conferenza di Giulio D’Incà sulle neviere, presenti 33 persone. Assente per malattia il socio Boccaleri, Angelo Rebora e Piero Bordo hanno descritto, assieme a Giulio D’Incà, anche alcune vie commercialidella Valpolcevera ed interessanti il territorio prossimo al nostro Osservatorio ambientale al Bric di Guana» (Verbale C.D. 4/2/92).
«Martedì 25 febbraio si è tenuta nei locali sociali la conferenza con proiezione relativa al Complesso megalitico delle Faje. Bordo ha descritto l’itinerario di visita oggetto della gita culturale dell’8 marzo. Italo Pucci si è soffermato sulla scoperta del complesso, sui rilevamenti e sugli studi relativi. Presenti 32 persone tra cui Luigi Felolo, Presidente del CAI-ULE, Mario Codebò dell’Ist. Int. di Studi Liguri ed insegnanti della Valpolcevera. Ai partecipanti sono stati omaggiati: il libro del Comitato Scientifico LPV Antico popolamento dell’area del Beiguae la fotocopia del disegno del complesso megalitico» (Verbale C.D. del 3/3/1992).
A completamento dell’iniziativa culturale, era stata messa nel Calendario gite anche l’escursione al Monte Greppino con visita al Complesso megalitico oggetto della conferenza, alla quale hanno partecipato 63 persone.
«I primi due incontri hanno fatto registrare un confortante successo di partecipazione. Persone che non si trovavano casualmente ad assistere ad una conferenza in quanto venute in sede per rinnovare la quota sociale o per altri motivi, rivelandosi, in ultima analisi, più elementi di disturbo che destinatari di cultura (come avveniva precedentemente quando si organizzavano proiezioni il giovedì sera). Bensì partecipanti interessati agli argomenti trattati dal conferenziere e propensi a fare interventi ed a dare un contributo alla discussione per il desiderio di accrescere la loro cultura. Da rilevare la gradita partecipazione, alla conferenza relativa al Complesso megalitico delle Faje, di Luigi Felolo, Presidente della Sezione ULE, che ringraziamo per il prezioso ed autorevole contributo portato in fase di dibattito. In considerazione del successo che arride all’iniziativa, è logico prevedere un’estensione delle serate anche per i mesi di fine anno» (dalla Relazione del Reggente all’Assemblea del 19/3/92).
Conseguentemente agli incontri già in calendario per il 1992:
Fin da subito, nell’organizzazione, si è affiancata Maria Grazia Capra che poi nel 2005 è subentrata come referente della rassegna.
Gli enti hanno apprezzato l’iniziativa e dalla regione Liguria ancora riceviamo un contributo per farla.
È importante continuare a puntare su L’uomo e la montagna perché, oltre a consentire ai soci di estendere il proprio orizzonte culturale, sicuri saranno per l’associazione i positivi ritorni d’immagine: il CAI deve con convinzione tendere sempre più a diventare un centro d’incontro, promozione e stimolo, sia culturale che d’azione.
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